Il sogno del capitano 1/3

 

Per lungo tempo lo spazio dei Giardini Ravino è stato uno spazio immaginario. Ogni giardino è una forma concettualizzata di paesaggio: come tale mostra le idee di natura e di cultura espresse dall’epoca e dalla civiltà in cui è situato, nonché quelle individuali del suo creatore, che tenta di riprodurre, in scala ridotta, il mondo, ma non così com’esso è, bensì com’egli vorrebbe che fosse.

La realizzazione di un giardino è la più alta espressione delle ambizioni umane, la tensione verso un’utopia alla quale viene assegnato uno spazio territoriale concreto. Per Giuseppe D’Ambra, la passione per le piante succulente è un vizio di famiglia. Già suo padre, Antonio, collezionava crassulae, che usava piantare all’interno di conchiglie appese per la decorazione degli esterni della sua casa di Forio. Con il gusto già inclinato da questa educazione estetica domestica, divenuto capitano di marina, Giuseppe D’Ambra ebbe un incontro ravvicinato con i giganteschi saguari del deserto dell’Arizona: fu una folgorazione che provocò l’inizio di un amore ancora inesausto. Trovatosi poi a navigare sulle rotte del Sudamerica, Giuseppe D’Ambra ha sistematicamente riportato semi e talee da ogni suo viaggio e, anno dopo anno, gli esemplari si sono accumulati nel giardino e sulle terrazze del residence “Villa Ravino”, sempre sognando la possibilità di possedere uno spazio proprio dove allestire la collezione e aprirla alla fruizione del pubblico.

"Non si ha giardino se non vi è stato chi lo abbia prima desiderato ed immaginato e poi ogni giorno lo viva e lo lavori", Bruno Filippo LAPADULA.

Quando negl’anni '60 ha cominciato a girare il mondo collezionando piante, il capitano D’ambra non avrebbe mai pensato di poter arrivare a presentare oggi una collezione unica in Europa. “Aprire un giardino Botanico è stato il MIO SOGNO DIVENUTO REALTA’. Le passioni perseguite ripagano sempre!”.