Dalla Vulnerabilità dimenticata

Terremoti, vulcani e nuvole

Dalla vulnerabilità dimenticata (rimossa)

alla cultura della sicurezza

Relatore: Elettra Carletti (direttrice Giardini Ravino)

Terremoti, vulcani e nuvole hanno un minimo denominatore comune: in pochissimi secondi possono mutare drasticamente un paesaggio, rammentandoci la radicale condizione d’impermanenza del mondo; quella lieve e volatile delle nuvole in cielo, quella greve e sussultoria del suolo, quella esplosiva, travolgente e incendiaria dei vulcani, quella esistenziale del passaggio dell’uomo sulla terra ….

<<L’uomo non è che un giunco>>, diceva Pascal, <<ma un giunco che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo, basta poco a ucciderlo>> e, nel caso di Ischia, è bastato un sisma di appena magnitudo 4. <<Ma>>, continua Pascal, <<quand’anche tutto l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e la superiorità che l’universo ha su di lui>>. Ed è da questi due saperi, quello della propria vulnerabilità e quello della soverchiante superiorità della natura, che si può strutturare una cultura della sicurezza.

Infatti, dalla melma di un’alluvione, dallo sconquasso di un terremoto, dal magma di un’eruzione, come dal “vorticoso caos della mente” può, “alla fine, alla fin fine, emergere, perfetto e totale l’ordine”, come ci ricorda lo scrittore Malcom Lowry nel suo capolavoro, Sotto il vulcano, dove l’incombenza delle eruzioni è metafora dell’imminente deflagrazione del secondo conflitto mondiale. Già, perché anche la pace è costitutivamente impermanente: e faremmo bene a ricordarcene sempre e, forse, di questi tempi, un po’ di più….

Ma, per fare questo, occorre lucidità: proprio quella che viene a mancare, annegata nell’alcol, al console protagonista del romanzo di Lowry, che così perde il suo amore e la sua vita.

E se nella complessa simbologia di Sotto il vulcano, le nuvole evocano gli anni degli uomini, ogni anno di vita una nuvola nel vasto cielo dell’esistenza, questa sera le nuvole ci rimandano alla dr.ssa Paola Corsaro, non solo perché se ne occupa professionalmente, ma anche per la radiosa levità del suo aspetto e per la sua attitudine a disvelare, discostandosi appena un poco, le inattese connessioni del tutto. E così, ha pensato di coinvolgere noi dei Giardini Ravino in questa iniziativa importante, prestigiosa e utile, del che la ringraziamo. E i Giardini Ravino parteciperanno ospitando una serie di aperitivi con la scienza, il cui primo appuntamento è fissato per la settimana prossima, venerdì 27 luglio, alle ore 19.00, con “Terremoti, vulcani, nuvole e vino: quanto paesaggio in un sorso!”, in cui i geologi Lucilla Monti e Romeo Toccaceli e l’enologo Marco Starace metteranno in relazione le specifiche tipicità del prodotto enologico con le caratteristiche del suolo vulcanico. Sì, perché i vulcani, presi per il giusto verso, sanno fare anche questo: sanno dare sapore alla vita. Alla vita e alla vite.

Vi aspettiamo. Grazie.

 

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